Nostalgia di casa: la canaglia
Ieri su Instagram Claire in Sicily mi ha fatto riflettere su di un argomento un po’ particolare: la nostalgia di casa.
Parlava di quanto amasse la sua Sicilia pur non comprendendola a pieno nonostante l’esserci nata e cresciuta, e io mi sono resa conto di provare la stessa identica cosa non solo verso la sola Toscana (di solito quella per lei mi colpisce quando vado a Nord dei confini nazionali- vedi i miei due anni a Torino) ma l’Italia tutta. Voglio che questo blog sia pieno di positività, ma non penso di rovinare niente dicendo che spesso durante i viaggi mi sento divisa: a volte la mia terra mi fa arrabbiare (tanto), per un motivo o per l’altro, e sogno di scappare e vivere un’esistenza impossibile in Giappone pur sapendo bene che abitarci in pianta stabile è molto più complicato che visitarlo a proprio piacimento.
Le mie vacanze in Sol Levante infatti sono qualcosa di unico, un momento in cui stacco dal mondo e vivo camminando lungo quella linea che divide la realtà dalla fantasia. Ma è capitato però di trascorrere anche tre settimane di studio a Oxford, in Inghilterra, e in quel periodo sono riuscita sia a innamorarmi perdutamente del suo centro storico (vorrei parlarne in alcuni dei futuri post travel, vi interesserebbe?)… e sentire una nostalgia lacerante di casa, come uno strappo al centro del petto. Quando uscivo per le vie dl centro mi passava, tanto era l’incanto per il mini universo da fiaba che avevo intorno, ma una volta tornata al campus rischiavo seriamente di sentire una voglia pressante di essere a casa con i miei cari, farmi una pasta (sono un cliché umano, lo so!) e uscire sul lungomare. L’unica soluzione era distrarmi: all’inizio cedevo alla tentazione di crogiolarmi nel senso di mancanza standomene sdraiata al pc nel mio lettino a castello del campus, ma col passare dei giorni ci ho dato un taglio e ho cominciato a uscire e cercare qualcuna delle mie conoscenti pur non avendone molta voglia. In questo modo allenavo l’inglese e non avevo il tempo di deprimermi.
Aver trovato una soluzione, però, non toglie che una volta atterrata all’ereoporto di Pisa non mi sia ritrovata preda di emozioni che non mi sarei (davvero) mai aspettata.
Quel giorno mi sono trovata davanti il contrario di Heatrow: al posto di poche persone vestite sobriamente e abbastanza silenziose, davanti al gate pisano c’era un affollamento di gente con addosso millemila colori in puro stile Carnevale, cartelli per niente cool con scritte del tipo “Bentornato Carlo” e bambini sulle spalle o appoggiati alle barriere che occhieggiavano verso le persone in arrivo.
Ovviamente una caciara incredibile coronava il tutto. E sapete cos’ho provato davanti ai miei casinari, pacchiani e spesso incoerenti compatrioti? Sollievo. Ho pensato “sono a casa, finalmente“. Io, che di solito queste folle rumorose le schivo alla velocità della luce (c’è solo un’eccezione e ne parleremo verso settembre/ottobre)! Non vuole essere un post sentimentale o auto indulgente, mi sono davvero stupita di me stessa e delle sensazioni che ho provato davanti a tutta quella gente confusionaria, che di solito evito alla grande, dopo sole tre settimane di lontananza.
Come dicevo per me il Giappone è un po’ una mosca bianca, riguardo alla nostalgia di casa (primo viaggio a parte, ma in quel caso era fortemente responsabile il delirio biologico da fuso orario sballato): i momenti che vi passo ormai sono così magici che cerco soltanto di assaporarli più che posso e non ho IL TEMPO di sentire nostalgia. Ma nel caso di altri viaggi che superano le due settimane, Oxford mi ha insegnato a tenere da conto anche il rischio nostalgia canaglia.
E voi? Sentite mai un po’ di mancanza della nostra complicatissima Italia, quando siete in viaggio?
Casa dei nonni, il porto perfetto per NON sentire la nostalgia di casa
Nota: la cucina inglese potrebbe essere parzialmente responsabile dei miei dilemmi esistenziali a casa della regina Elisabetta!
Nostalgia di casa no. Nostalgia della nonna, sì. E il viaggio più bello resta sempre e comunque la trasferta a casa dei nonni. Momenti memorabili e bellissimi, che valgono più del doppio di quelli spesi nella mia New York.
Ti capisco totalmente, riguardi ai nonni sfondi una porta aperta!
Ah la nostalgia di casa!! Anche io spesso ne sono vittima! Soprattutto durante la mia ultima esperienza all’estero a Barcellona! Per quanto mi trovassi bene, il mio cuore pensava sempre a casa mia in Italia 🙂
Ti capisco bene, sarebbe fantastico trovare sempre un giusto equilibrio!
Cavolo, so molto bene cosa significa la parola nostalgia…la provo spesso, non tutti i giorni, ma spesso.io torno a casa tra tre settimane e sono contenta, sono sempre contenta! eppure quando ero a casa non vedevo l’ora di andare via!la vita!!
Quanto ti capisco! A casa scalpito pensando al prossimo viaggio e poi mi basta andare tre settimane lontano e spesso devo sforzarmi per non pensare alle cose che mi mancano di casa!
quando sono stata a San Francisco volevo scappare. Sia io che Marco volevamo tornare a casa dopo 35 giorni da panico. Non è stato facile, Abbiamo apprezzato molto il tutto ma non ci è piaciuta per nulla. ILlato opposto la voglia di non tornare l’ho avuta in Australia. Li ho lasciato il cuore ed ho pianto tanto tornata a casa
I luoghi in effetti riescono a scatenare reazioni iper differenti a seconda di quanto sono in linea con con noi, in generale o in quel dato momento. Io non sai quanto vorrei avere il modo di andare e tornare da Tokyo nel giro di un’oretta!
L’unica volta che ho sentito nostalgia di casa, anche se per solo un paio di volte, è stata in occasione del mio Erasmus diversi anni fa. Ero più giovane… Oggi direi di no, anche in caso di viaggi medio-lunghi, la nostalgia di casa non arriva.
È una bella comodità, così puoi goderti anche i viaggi lunghi senza problemi!
Ciao Giulia, io quando sono in viaggio non sento la mancanza di casa. O almeno fino ad ora non mi é mai capitato. La sento in quanto expat, e la sento molta.
Però, anche durante i viaggi, spesso e volentieri cerco “caciaroni” italiani. E li cerco perché in alcune cose ci si capisce al volo e per una che viaggia da sola non è poco! 🙂
Soprattutto se viaggi spesso in solitaria capisco bene che un po’ di “italianità” non può che essere gradita!
Non sono mai stata, purtroppo, così a lungo in viaggio da sentire la nostalgia di casa… Ma devo ammettere che all’estero sentire parlare italiano mi fa sentire subito a casa😍
In effetti nei momenti di maggior nostalgia anche solo sentir parlare la mia lingua mi ha tirato su da morire!
a me piacciono tanto anche i ritorni!!!
Eh sì, sono speciali! : )
Io amo girare il mondo… ma casa è casa! Con tutti i pro e contro 🙂
Concordo in toto, la casa è insostituibile, c’è poco da fare.
Ciao Giulia, a dirti tutta la verità no, quando sono in viaggio anche se ci capita di stare fuori anche 4-5 settimane è difficile che senta nostalgia di casa. Ho vissuto invece per 6 anni nella mia adorata Scozia, ed allora era diverso. Lasciare casa mi pesava perché sapevo che quella partenza mi avrebbe fatto a rinunciare ad essere partecipe ad una serie di cose che avvenivano a casa… L’unica cosa che può farmi venire ancora un pochino di nostalgia è quando capita di partire tra maggio e giugno quando le ginestre illuminano le nostre brulle colline e al mattino dalla finestra il loro profumo penetrante ci inonda, ecco rinunciare a questo spettacolo mi crea un pezzetto di nostalgia… ma parto lo stesso, eh! 😉
Fai benissimo, pure io con il tempo vorrei riuscire a far convivere l’amore per il viaggio e quello per casa mia in modo armonico, senza farmi prendere dalla mancanza di casa!
Molto bello questo post, davvero. Anche io non vedo l’ora di andarmene dalla mia (nostra!) Toscana, ma poi quando rientro, è un sollievo. Chissà perché.
Direi che mi capisci proprio! Pure io faccio fatica a capire questo tipo di emozioni, ma di certo sono molto intense.
Cara Giulia, prima o pi ce la faremo a incontrarci eh! Comunque, io più che sentire la nostalgia dei luoghi, sento la nostalgia delle persone. Non mai fatto un’esperienza all’estero più lunga di tre settimane e devo ammettere che, già dopo venti giorni, sentivo la nostalgia degli amici e della famiglia. Meglio tanti viaggi, ma non particolarmente lunghi!
CE la faremo sì! Ora che si va nella bella stagione vedrai sarà ancora più bello. Io pure sento proprio la mancanza dei miei affetti e di tutti i luoghi che gravitano intorno a casa, tre settimane anche per me al momento sono state la lunghezza massima!
A me mancano le classiche pasta e pizza, ma in genere non mi manca casa, sono troppo impegnata a esplorare! Però quanto torno e apro fisicamente la porta di casa e soprattutto quando è finalmente ora di buttarmi sul mio letto – solo dopo aver disfatto le valigie, sono una precisina 😉 – sento proprio il benessere che ti fa esclamare ‘CASA DOLCE CASA!’
Fino alla settimana massimo pure io in realtà sono presissima, è dopo che comincio a perdere colpi XD Comunque la sensazione da “aaah, finalmente!” di quando ti stravacchi sul tuo letto penso sia quasi universale, è un momento fantastico!